Di Francesco Graziano Bologna, 23 agosto 2023 - Ieri al meeting di Cl il ministro Giorgetti, in video collegamento, parlando della Legge di bilancio, nel suo stile notoriamente sobrio ha detto: “ Non esistono leggi di Bilancio facili”; tradotto: la coperta è troppo corta e le risorse non saranno sufficienti. Nulla – a dire il vero- era stato lasciato come amara sorpresa perché in un primo stock con i ministeri, nella calura estiva di luglio, si era capito qual era la situazione. Per usare un’immagine che tutti noi ben conosciamo è come quando siamo a letto e a furia di girarci e rigirarci nel vano tentativo di prendere sonno è come se una parte del nostro corpo rimanesse sempre scoperta lasciandoci al freddo notturno.
In questo caso i 4 miliardi per la sanità non verranno visti e sulle pensioni dal 2024 si ritornerà o alla pensione di vecchiaia a 67 anni o alla pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi, uno in meno per le donne.
Sulla scuola possiamo anche evitare di scrivere parole perché come ogni anno – chi è genitore lo sa- si assisterà al solito balzello di supplenti precari che non hanno materialmente tempo di seguire una classe per un intero ciclo.
Nonostante la situazione non sia delle più rosee la parola su cui insiste la Meloni è prudenza. Il Presidente del Consiglio è attesa nella capitale non più tardi di sabato e dopo due giorni – salvo imprevisti- dovrebbe essere convocato un Consiglio dei Ministri.
In assenza di risorse non ci sono possibilità di mettere a punto manovre espansive e anche in quest’ottica è stata varata al principio di agosto la misura della tassazione degli extraprofitti delle banche da cui dovrebbero entrare all’incirca tre miliardi di euro. Nel frattempo però lo stato dei conti pubblici non permette grandi proclami, da qui l’atteggiamento che non ha mancato di ricordare ai suoi ministri di mantenere un Low-profile.
Le fonti di Governo escludono che la manovra sia stata al centro dell’incontro in Puglia fra Meloni e Matteo Salvini domenica sera.
A proposito del rapporto tra i due pessimi massimi – politicamente parlando, off course, - alcuni esponenti dell’entourage meloniano non hanno potuto fare a meno di notare un cero inviperimento nei confronti dell’alleato del Carroccio.
La telefonata lunga e cordiale che il ministro dei Trasporti ha avuto con il Gen. Vannacci viene vista come un’abile mossa del membro della coalizione per succhiare quei voti populisti a destra rimasi delusi dalla loro pur legittima opinione di una eccessiva giravolta istituzionale della prima donna Presidente del Consiglio. Di qui alle Europee, insomma, il sospetto che aleggia nei corridoi del potere è che si potrebbe profilare anche una eventuale candidatura dello stesso Vannacci che attirerebbe voci di tutti gli elettori che giocano a stare più a destra della destra oltre che ai delusi di FdI. In questo modo il centrodestra corre il rischio di allargare una crepa che potrebbe anche portare ad esiti imprevedibili visto che la politica è il Regno dove in un battibaleno tutto quello che era stato dato per assodato anche nel giro di cinque minuti può cambiare.
Interpellato dai cronisti Vannacci ha risposto: “ Io faccio il Generale Per ora.”.
Si preannuncia veramente un autunno caldo e la missione per la Meloni di portare a compimento la legislatura ad oggi sembra ardua. Ma il tempo c’è e le divergenze possono sempre rientrare.